Regina di Picche: famiglia

La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è fondato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare”. Così recita l’articolo 29 della Costituzione.

Eppure, con il passare del tempo, le condotte si sono differenziate, moltiplicate, articolate, talvolta complicate, superando l’idea stessa di eterosessualità e di genere. Esiste davvero una famiglia che va bene a tutti e tutte? Quanti tipi di famiglie esistono nella realtà materiale di tutti i giorni, nelle vite concrete di uomi e donne in questo paese?

Tuttavia, in controtendenza rispetto a quanto avviene in altri stati d’Europa, nell’Italietta del bunga bunga, sembra ritornato di moda, negli ultimi tempi, richiamarsi ai valori tradizionali della Famiglia con la F maiuscola.

Le parole di Giovanardi e Sacconi all’ultima Conferenza Nazionale della Famiglia definiscono chiaramente l’orientamento politico di questo Governo in materia di welfare e diritti, o ciò che ne resta. Ancora una volta viene ribadita l’assoluta centralità della famiglia matrimoniale orientata alla procreazione, unica destinataria del sostegno economico da parte dello Stato. Sulla stessa linea il sindaco di Roma Alemanno afferma che “per aiutare le famiglie numerose, bisogna far pagare più tasse ai single e alle coppie senza figli”.

In questo quadro si colloca la pdl Tarzia per la riforma dei Consultori che, già nelle premesse, si pone l’obiettivo di difendere da un lato la famiglia e dall’altro l’embrione. Secondo questa proposta, infatti, non solo i consultori privati di stampo cattolico sarebbero equiparati a quelli pubblici e ugualmente finanziati, ma subirebbero anche una trasformazione radicale: da luoghi deputati alla prevenzione e alla difesa della salute delle donne diverrebbero spazi volti alla conservazione della famiglia, in quanto istituzione. L’embrione, sin dal concepimento, e’ considerato parte integrante del nucleo familiare e, in quanto tale, soggetto giuridico da difendere.

Sappiamo bene che è proprio all’interno di questa famiglia che si consumano le peggiori violenze sulle donne che la cronaca continua a registrare quotidianamente! Crediamo quindi che ricondurre le forme del welfare e dell’assistenza sanitaria al modello familiare sia un’operazione ideologica e retrograda, che non riesce piu’ a cogliere  le trasformazioni del presente.

Rivendichiamo il diritto di scegliere che tipo di famiglia costruire, rivendichiamo l’accesso alla Sanità pubblica e ad un welfare adeguato alle forme di vita contemporanee!

Libere di scegliere, pronte a reagire!