TROVA LE QUEENS RIPRENDITITI CONSULTORI!

Regole del gioco!

 

Le carte da conquistare  sono le quattro Regine delle carte francesi, le donne; ad ognuna corrisponde un tema specifico:

 

* la Regina di Quadri_ Welfare/Economia

* la Regina di Picche_ Ideologia della famiglia

* la Regina di Cuori_ Autodeterminazione/Diritto

* la Regina di Fiori_ Salute/RU486

 

L’obiettivo del gioco è raccogliere tutte e quattro le donne per avere una visione completa della proposta di legge Tarzia sui Consultori del Lazio.

Una volta fatto POKER DI DONNE! troverai le istruzioni per arrivare  all’appuntamento finale!

Le carte verrano distribuite in 4 appuntamenti differenti ( tutti i banchetti, cortei, iniziative, azioni che costruiremo)!

 

Quando vengono fatti degli attacchi così duri alle conquiste, ai diritti, all’autodeterminazione, le Donne  puntano tutto su quello che hanno e su quello che sono.

CON LA LEGGE TARZIA LE DONNE SI GIOCANO TUTTO!

Questa è vita! E non trattiamo [la salute è un bene comune]

Coordinamento delle donne contro la proposta di legge Tarzia

La proposta di riforma dei consultori della consigliera Pdl Tarzia, presentata al consiglio regionale del Lazio, è un attacco alla libertà e alla salute delle donne e degli utenti che ne usufruiscono.

E’ una proposta di legge fondamentalista che intende trasformare i consultori – conquistati con le lotte dalle donne – in centri di ispirazione anti-abortista fondati sui valori della famiglia e del matrimonio. Ne cancella definitivamente lo spirito di servizio di prevenzione, informazione e tutela della salute improntato alla libertà, al rispetto e al benessere delle donne. Taglia un altro pezzo di servizio pubblico, privatizzandolo e aprendone la gestione a associazioni pro-life.
La proposta Tarzia rischia di diventare un modello apri-pista per le altre regioni. L’erosione dei diritti acquisiti delle lavoratrici e dei lavoratori si accompagna alla politica dei tagli senza alcun investimento su nuove misure di welfare e sostegno al reddito. Le donne sono le prime a pagarne le conseguenze.
Le precarie, le disoccupate, le studentesse, le immigrate della regione Lazio vogliono servizi pubblici diffusi, accessibili e sicuri, difendono la propria autodeterminazione e non accettano ricatti.

Per questo difendiamo la legge 194 sull’interruzione di gravidanza e la legge 15/1976 che istituisce i consultori nel Lazio. Per questo respingiamo la proposta Tarzia e reclamiamo un nuovo welfare che consenta alle donne di scegliere liberamente per loro stesse.
QUESTA  è VITA! E non trattiamo!

Scarica il volantino: consultateci

Affinità: Lombardia, Formigoni paga un bonus alle donne “disagiate” perchè non abortiscano

Lombardia, Formigoni paga un bonus alle donne “disagiate” perchè non abortiscano: 5 milioni di carità mentre si tagliano servizi e lavoro.

Si torna indietro di decenni con la carità che la giunta regionale Formigoni vuole elargire alle donne “in difficoltà” per evitare che abortiscano: 250 € mensili, per un massimo di 4.500 se non si rinuncia alla gravidanza. “Così le donne non saranno costrette ad abortire”: dichiara in pompa magna Formigoni. Ma le leggi che permettono alle donne una maternità consapevole, esistiono da un pezzo e andrebbero applicate e sostenute, anche se la sua giunta seguita ad osteggiarle e sabotarle, come avviene per le regole sulla somministrazione della pillola RU 486, la progressiva soppressione dei consultori in atto in buona parte della province lombarde, per non parlare dei continui attacchi alla 194 avviati proprio da Mlano, a partire dalla strenua difesa dell’obiezione di coscienza che di fatto ha introdotto il mercato delle interruzioni di gravidanza. Nelle strutture pubbliche, infatti, la maggioranza dei medici obietta, per cui i medici che intervengono lo fanno a “gettone”, sponstandosi in una miriade di strutture con la conseguente scadenza qualitativa del servizio.

Le donne che accettanno questa carità, che nemmeno si capisce come possa servire a mantenere un figlio piccolo in una condizione di mancanza di lavoro, autonomia, sostegno economico e di servizi sociali come quella attuale, in più, dovranno sottoporsi ad un vero condizionamento etico: 18 mesi di “progetto personale” di aiuto, realizzato da Consultori, Centri aiuto alla vita ed altri soggetti individuati fra pubblico e privato che, insieme alla Regione, gestiranno pure l’anagrafe delle beneficiarie. Come dire, che una volta nella lista o si segue con diligenza il programma dettato da precise regole morali ed ideologiche, alla faccia del fatto che il nostro è uno Stato laico, oppure si perde anche il sussidio!

Una vergogna gravissima, a cui ci opponiamo e che denunceremo in tutta la Regione con iniziative ed interventi per svelare l’ipocrisia di una giunta che taglia i fondi per i servizi, spalanca la porta ai privati in tutti i rami delal vita pubblica (dai servizi alla persona, ai trasporti, alla scuola) in nome del supremo valore del profitto, ha soppresso i servizi pubblici di qualità per sovvenzionare con oltre 5 milioni di euro una iniziativa demagogica e spudoratamente filoclericale degna della costrizione medioevale.

Occorre ribadire che proprio la legge 194 ha come obiettivo quella della prevenzione e come l’ interruzione della gravidanza per ogni donna e solo per lei, rappresenti un trauma che nessun bonus potrà mai lenire: si sostengano e si finanzino i servizi pubblici, si investa nel lavoro e nella difesa dei diritti ad esso connessi, si garantiscano i diritti e le garanzie delle donne lavoratrici, si elimini il precariato, si sostenga e condivida una politica di genere ed una cultura delle differenze che faccia del rispetto della donna il proprio fondamento culturale e sociale.

Di avvilenti campagne demagogiche non ci sarà più bisogno solo se la lotta delle lavoratrici, delle precarie e delle donne che stanno pagando il prezzo della crisi e dell’involuzione di cultura e costumi sociali, riuscirà a determinare quel cambiamento delle politiche sociali e di genere, del lavoro e dei diritti i cui temi e tempi sono oggi dettati dalle destre di governo ma che, da tempo, nemmeno sono contrastate dall’opposizione istituzionale, troppo spesso acquiscente ed anzi sostenitrice della politica di destrutturazione dei servizi pubblici e addirittura di attacco alla stessa legge 194.

Monica Perugini
proletaria – comunicazione militante

Articolo su: Femminismo a Sud

LAZIO, LA REGIONE ETICA

Indice

Il confronto con la legge nazionale

Reminescenze fasciste

Declamazioni ed obiettivi

Il testo nel dettaglio

Corpi in ostaggio

Problemi giuridici

La proposta di legge regionale “Riforma e riqualificazione dei consultori familiari” presentata da Tarzia e altri 39 firmatari (quattro PD) ridisegna la fisionomia dei consultori nel Lazio, ma ha in realtà ben altra ambizione: quella di rifondare i rapporti fra il pubblico potere e gli individui, e quelli fra l’ente pubblico e le formazioni sociali intermedie,  assegnando rilevanza pubblicistica a famiglie e associazioni, secondo un progetto che prelude all’avvento di un’era nuova – anzi vecchia, ma in pieno revival: l’era della Regione Etica.

Leggi tutto “LAZIO, LA REGIONE ETICA”

BLOCCHIAMO LA LEGGE TARZIA

Lo stato etico raggiunge la dimensione regionale

La proposta di legge regionale “Riforma e riqualificazione dei consultori familiari” presentata dalla consigliera Pdl Tarzia, è “stranamente” passata in sordina tra l’opinione pubblica laziale nonostante decostruisca i valori e gli obiettivi istituiti dalla legge nazionale in materia (405/1975).

La legge nazionale sui consultori ebbe una portata rivoluzionaria, in quanto affermò per la prima volta nel diritto pubblico la separazione tra riproduzione e sessualità femminile e di conseguenza l’autodeterminazione in materia sessuale e riproduttiva come valore fondante della legge stessa. I consultori furono sì caratterizzati dall’attributo “familiari”, ma in una visione individuale, e non più comunitaria, dell’istituzione familiare, definita da questo momento come “formazione sociale dove si svolge la personalità”.

Di tutto ciò nella proposta di legge non resta traccia ed il consultorio diventa il nesso tramite cui il pubblico potere trasmette i valori etici, di cui la famiglia è portatrice, ai singoli, in un’ottica più confessionale che sanitaria.

La famiglia diventa così l’istituzione sociale da assistere e sostenere e ciò è espresso sia dalla sua elevazione a “soggetto politico” fondato sul matrimonio, che garantisce i diritti inviolabili della persona , e quindi sovraordinato all’individuo, che dalla sua elevazione a destinatario del servizio stesso, nonché attraverso un esponenziale ampliamento delle competenze dei consultori -dal sostegno e promozione del matrimonio alla prevenzione dell’aborto, passando per l’assistenza agli anziani  e la prevenzione delle crisi familiari-.

A completare l’attacco mortale alla laicità del servizio pubblico sanitario è la criminalizzazione dell’IVG (interruzione volontaria di gravidanza), che giunge quasi attesa dopo le ripetute critiche all’utilizzo della RU486 e l’aumento del numero dei medici obiettori di coscienza negli ospedali pubblici.

La procedura per l’IVG, infatti, è appesantita da una prima fase non di carattere medico-sanitario (ma piuttosto di indottrinamento) in cui associazioni private pro life e per la promozione della cultura familiare, consacrate a partner privilegiato della regione, mettono in discussione le problematiche all’origine della richiesta di IVG attraverso promesse di sostegno economico (-non sono riuscita a trovare la cifra- solo per le donne sotto la soglia di povertà), procedimenti vagamente intimidatori e violazioni della privacy. Le donne sopravvissute a tale procedimento avranno finalmente accesso all’iter disciplinato dalla legge 194/1978, sulla depenalizzazione dell’aborto, tramite un “consenso (o dissenso?) informato” dichiarato proprio alle suddette associazioni.

VOGLIAMO SERVIZI SANITARI PUBBLICI SENZA L’INTERVENTO DI PRIVATI,

SIA CHE ABBIANO FINI DI LUCRO CHE DI EVANGELIZZAZIONE!

SIAMO STUFE DEI GIUDIZI DIVALORE SUI NOSTRI CORPI!BLOCCHIAMO LA LEGGE TARZIA!

 

Collettivo Femminista Facinorosse