[Piemonte] Tar boccia movimenti pro-life

di Lisa Canitano

L’attuazione della Legge regionale del Piemonte firmata da Ferrero è stata bloccata dal Tar del Piemonte per motivi di incostituzionalità. La legge prevedeva, e tuttora prevede, se riprenderà il suo cammino, che si stipulino delle convenzioni (che significa pagare dei privati per servizi resi allo Stato) con il Movimento per la Vita perchè dei membri di quest’associazione, che non si possono definire volontari a questo punto, entrino nei consultori e parlino con le donne che richiedono un’interruzione della gravidanza, fin dal primo momento.

Quest’associazione ha nel suo statuto la lotta alla legge 194/78, ed è quindi evidente qual’è lo scopo di parlare con le donne, non certo ascoltarle, in un momento così difficile.

Le donne, come tutti i cittadini, hanno facoltà di incontrare i movimenti confessionali quando vogliono. Possono andare in chiesa, parlare con il parroco, andare nei centri d’ascolto, nei centri per la vita. Hanno però anche a loro disposizione lo Stato laico, nel senso che rispetta tutti i modi di pensare e tutte le ideologie, nell’ambito delle leggi del nostro paese.

E’ chiaro che questa presenza imposta corrisponde in pieno all’attacco generale da parte delle forze oscurantiste ai diritti elementari di gestione del proprio corpo delle cittadine e dei cittadini italiani.
Non una battaglia amica delle donne, che cerchi di aiutarle a trovare lavoro quando restano incinta, se desiderano tenere il bambino. Non un’iniziativa che magari volontariamente vada a casa ad aiutarle quando sono oberate dalle faccende, dalla mancanza di scuole materne, dagli anziani da badare.

Le leggi che il centrodestra vara ribadiscono che deve essere la famiglia (leggi la donna) a guardare i bambini, assistere i malati, seguire gli anziani.

Se la donna non lavora tanto meglio, ha già così tanto da fare. E, dulcis, anzi amaro in fondo, se resta incinta per errore e cerca di interrompere la gravidanza perchè i figli che ha sono già troppi, oppure non ne vuole, o vuole finire di studiare, o ha problemi sul lavoro, o insomma, sono affari suoi, ecco che un aderente del Movimento per la Vita, pagato con i soldi pubblici, le ricorda che è peccato mortale e che non lo deve fare, piuttosto lo deve dare in adozione, peccatrice pentita, come le ragazze che, dopo essere state dichiarate perdute, stavano in specie di celle al Buon Pastore di Roma, che in modo simbolico oggi è la sede della Casa Internazionale delle Donne.

Le donne sono costrette a lottare, ancora una volta, per il loro diritto all’autogestione, per sottrarsi a chi chiede il controllo del loro corpo e possibilmente anche della loro mente.

Sarà un caso se i canali Mediaset battono in maniera così ostinata sui miracoli, tanto da fare delle dispense periodiche sulle apparizioni della Madonna?

Forse la religione non è l’oppio dei popoli, e certo ognuno ha diritto alle proprie posizioni spirituali, ne siamo convinti. Però a volte rischia di diventare l’olio di ricino delle donne.