in risposta al servizio del tg1 (1/03/2011 edizione 20,30) sulle spaccature del “fronte del 13 febbraio”

Nell’edizione delle 20,30 del tg1 del 1/03/2011 andava in onda un servizio che annunciava  la spaccatura del comitato se non ora quando e del “fronte” delle donne del 13 febbraio. Il servizio faceva riferimento alla moltiplicazione di iniziative previste per il prossimo 8 marzo. in particolare al corteo indetto a Roma (h 18 piazza Bocca della verità) dalla rete di donne,  studentesse, precarie, migranti, femministe, lesbiche, che lo scorso 13 febbraio hanno attraversato Piazza del Popolo e il centro di Roma in corteo selvaggio fino a palazzo Montecitorio.

Un milione di donne, migliaia di collettivi, laboratori, singole, gruppi informali, progetti territoriali hanno partecipato le piazze del 13 febbraio e in molte stanno progettando come dare continuità allo spazio che tutte insieme abbiamo aperto.

Non c’è alcuna volontà contrappositiva tra il corteo e la piazza lanciata dal comitato romano Se non ora quando. C’è la presa d’atto che la ricchezza espressa dalle donne il 13 febbraio sia la vera forza di questa mobilitazione, e che questa ricchezza non necessariamente debba trovare una sintesi o seguire delle linee guida per essere efficace. C’è la convinzione che il problema al fondo sia l’assenza di un confronto con la pluralità dei percorsi attivi da anni sui territori. Confronto che vorremmo rilanciare a chi vorrà raccoglierlo già nell’immediato dopo 8 marzo.

Parlare di spaccatura e contrapposizione è un’affermazione arbitraria e infondata, che contraddice nella sostanza la realtà delle cose. Non siamo un fronte, tanto per cominciare, perchè non abbiamo obiettivi minimi ma l’ambizione di trasformare condizioni di vita sempre più misere e umilianti per le donne, italiane e straniere, che vivono in questo paese.

Per questo saremo di nuovo in corteo martedi 8 marzo. Per portare di nuovo nelle strade di Roma la nostra indignazione per le politiche del governo contro le donne, ribadite dal pacchetto Sacconi; la nostra rabbia contro le politiche securitarie e anti-immigrati della giunta Alemanno che ancora una volta usa gli stupri con cinico opportunismo, dimenticando che l’80% delle violenze si consumano nelle case nell’indifferenza delle istituzioni; da una sponda all’altra del mediterraneo la nostra gioia di vivere costruisce ponti .

buon 8 marzo a tutte!